Charis sospensione vetro murano

Charis

Design by Marta Naddeo

SOSPENSIONE IN VETRO DI MURANO

Nella mitologia greca Charis (Χάρις), Grazia e al plurale Charites (Χάριτες), Grazie è il nome di tre dee: Aglaia che indica luminosità e splendore, Eufrosine che rappresenta la gioia e la letizia e Talia simbolo di pienezza, prosperità e fioritura. Esse sono portatrici di bellezza e armonia, rappresentano il bello e il buono dell’ordine cosmico.

Le prime opere raffiguranti le Grazie, risalgono all’arte greca ellenistica, sono uno dei temi più ricorrenti della storia dell’arte. Un soggetto invariato come iconografia, nonostante gli stili differenti, nonostante i secoli, che arriva sino ai nostri giorni.

TONI CHIARI E DESATURATI PER NON ALTERARE ECCESSIVAMENTE IL COLORE DELLA LUCE

Modelli della collezione

Tutti i nostri lampadari sono disponibili in diverse varianti e pienamente personalizzabili.

Personalizzabile e su misura

Colori disponibili

C - cristallo
W - bianco

Finiture disponibili

X - metallo inox
Non fermarti a ciò che vedi, ogni prodotto è personalizzabile nel colore e finitura che preferisci
Designer

Sono un architetto specializzata nel settore del vetro artistico e dell’illuminazione.

Torinese, mi laureo in Architettura al Politecnico di Torino nel 2003. Da subito inizio a lavorare per alcuni studi di architettura, focalizzando la mia attenzione sulla progettazione d’interni e sull’arredo su misura. Grazie a queste esperienze comincio a maturare un forte interesse per lo sviluppo del prodotto e l’arredamento.

Ma è nel 2007, a seguito del trasferimento in Veneto, che entro in contatto con il mondo intriso di tradizione del vetro soffiato. Qui ha inizio il mio percorso nel settore dell’illuminazione decorativa. Per 15 anni lavoro alla progettazione di prodotti luminosi, sviluppando per diverse aziende nuove collezioni e installazioni custom. Lavoro a stretto contatto con la fornace dove studio e imparo, seguendo ogni passaggio dell’intero percorso che porta alla creazione del prodotto. Tutto questo diventa una vera e propria scuola che man mano si trasforma in passione.

Il mio know how è un mix di competenze strettamente tecniche, legate al processo di ingegnerizzazione e di studio della luce, unite ad una visione creativa che porta allo sviluppo finale del prodotto. Ogni lampada da me disegnata è sempre pensata nei minimi dettagli, progettata in tutti i suoi particolari.

La mia mission è creare emozioni combinando insieme vetro e luce.

Intervista

NELLE IDEE DEI DESIGNER: UN APPROFONDIMENTO

Come è nata l’idea primordiale di questo prodotto?

Nel concept iniziale l’intento era di creare un elemento sospeso che potesse dare vita a una moltitudine di installazioni. Comporre liberamente dei vetri luminosi e collegarli elettricamente tra loro per consentire una grande libertà progettuale.
Desideravo che i volumi sospesi, messi insieme, potessero generare una sorta di scultura luminosa, come un’onda, ma che offrissero inoltre la possibilità di concepire installazioni nettamente allungate per dare luce e importanza a spazi molto elevati o che in alternativa, si distribuissero in maniera “piatta” per arredare ambienti con altezze più contenute.

Il nome come è stato concepito e che significato ha?

I vetri che compongono il prodotto richiamano delle figure femminili, aspetto che volevo evidenziare attraverso il nome. Infatti, il termine greco Charis, che significa Grazia, ben richiama l’immagine di femminilità e delicatezza. Mi piaceva oltretutto l’idea che lo stesso sostantivo, declinato al plurale, Charites, si riferisse alle tre dee portatrici di gioia e armonia che simboleggiano il bello e il buono dell’ordine cosmico, quasi a immedesimare i tre elementi luminosi in tali divinità femminee.

Com’è stata l’evoluzione dell’idea una volta concretizzata nel vetro?

Definito il concept iniziale, ho pensato che per rendere queste composizioni più vivaci si potesse giocare con tre elementi diversi e che questi potessero essere caratterizzati da un’alternanza di vetri opachi, lisci, dai colori piatti con vetri trasparenti, lavorati secondo le classiche finiture della tradizione vetraria veneziana: balotton, rigato, rigato ritorto, e balotton sommerso.
Una volta sviluppati i vetri, nei loro volumi semplici, quasi elementari, si è visto come questi definivano già una lampada in sé, come singola sospensione o eventualmente con combinazioni più articolate, in linea o radiali per dare forma anche a prodotti più commerciali.
Con Multiforme è stato interessante seguire lo studio dei colori per capire insieme gli accostamenti migliori e creare delle varianti che potessero adattarsi bene a più situazioni.
Ho preferito usare nuance delicate anziché tonalità decise, che una volta illuminate non alterassero eccessivamente il colore della luce.
La ricerca della fonte luminosa ha richiesto molta attenzione, è stato necessario calibrare la potenza dei led attraverso un dimmer per offrire un’ottima funzionalità del prodotto finale, inoltre andava definita la sede che accogliesse i componenti elettrici e consentisse il collegamento dei vetri in serie.

Sei soddisfatto del risultato? Quanto si distacca dal progetto teorico e quanto invece è nato di interessante proprio nel processo produttivo?

Sono molto contenta del risultato finale, decisamente fedele alla mia idea iniziale.

Cos’è per te la luce e come ti piace gestirla nei tuoi progetti?

La luce è una materia intangibile e mi piace pensare che attraverso il vetro io possa plasmarla.
Quando progetto una lampada, per quanto sia un oggetto decorativo, desidero sempre che l’aspetto illuminotecnico sia studiato e modulato al meglio proprio perché il comfort e il benessere sono generati prima di tutto da una buona qualità della luce.

Se dovessi pensare a una colonna sonora che rappresenti l’opera, che canzone sceglieresti? O che artista?

Yann Tiersen – La valse d’Amelie

Cosa ti è piaciuto in particolare nella collaborazione con Multiforme?

Multiforme è un’azienda che mi ha dato fiducia, mi sono sentita subito a mio agio.
Gli incontri sono sempre stati costruttivi, un’ottima occasione di confronto soprattutto nelle fasi finali della prototipazione in cui era necessario avere le idee chiare e trovare le soluzioni ottimali in tempi veloci per definire il progetto in ogni suo dettaglio.

Puoi collocare il tuo prodotto in qualsiasi luogo del mondo desideri, quale sarebbe il posto perfetto?

Proprio perché questo prodotto è così flessibile immagino che possa adattarsi a tanti spazi, sia dal punto di vista compositivo, sia per le sue forme pure e i colori delicati.

C’è un progetto che non hai ancora fatto e sogni di concretizzare in futuro?

Sì, ho diversi prodotti che vorrei concretizzare, ma in particolare c’è un lampadario che tengo nel cassetto, in cui credo molto, ma forse un po’ troppo audace, motivo per cui vorrei aspettare il momento giusto per proporlo.

Quali sono 3 personaggi del XX secolo che hanno influenzato la tua visione del mondo?

Ce ne sono tanti, ma se dovessi evidenziarne tre:
David Bowie – perché artista a 360°, non solo musicista di talento, ma attore, fashion designer, pittore, un visionario capace di esprimersi con una fantasia sfrenata.
Daisaku Ikeda – un maestro di vita che mi ha insegnato a volare alto.
Elsa Schiapparelli – grande creativa che ammiro per il suo spirito di ricerca, una rivoluzionaria rispetto al suo tempo.